Docg – Doc – Igt Toscana
L’etichetta del vino è un’autentica carta d’identità che contiene informazioni necessarie e fondamentali per valutare al meglio il prodotto.
Per riconoscere un buon vino dalla bottiglia è molto importante conoscere la terminologia e le sigle utilizzate in etichetta.
Le diverse denominazioni del vino forniscono una serie d’informazioni utili per comprendere meglio la provenienza e, soprattutto, la qualità di un vino.
Ciò è dovuto al fatto che, stando alle norme europee in vigore, il consumatore di vino ha il diritto di conoscere la provenienza del vino che intende consumare.
Queste informazioni devono essere ben visibili sull’etichetta.
DOC, IGT e DOCG, sono sigle che identificano vini con alte caratteristiche qualitative, indicando la provenienza delle bottiglie da filiere controllate.
Elenco DOC; DOCG; IGT aggiornato al 17 novembre 2016
Vini a Denominazione d’origine controllata
1.D. O. C. Ansonica Costa Argentario,
2.D. O. C. Barco Reale di Carmignano,
3.D. O. C. Bianco dell’Empolese,
4.D. O. C. Bianco di Pitigliano,
5.D.O.C. Bolgheri,
6.D.O.C. Bolgheri Sassicaia
7.D. O. C. Candia dei Colli Apuani,
8.D. O. C. Capalbio,
9.D. O. C. Colli dell’Etruria Centrale,
10.D. O. C. Colli di Luni,
11.D. O. C. Colline Lucchesi,
12.D. O. C. Cortona,
13.D. O. C.Elba,
14.D.O.C. Grance Senesi,
15.D.O.C. Maremma Toscana,
16.D. O. C.Montecarlo,
17.D. O. C.Montecucco,
18.D. O. C.Monteregio di M. Marittima,
19.D. O. C.Montescudaio,
20.D. O. C.Moscadello di Montalcino,
21.D. O. C.Orcia,
22.D. O. C.Parrina,
23.D. O. C. Pomino,
24.D. O. C. Rosso di Montalcino,
25.D. O. C. Rosso di Montepulciano,
26.D. O. C. San Gimignano,
27.D. O. C .Sant’Antimo,
28.D.O.C. San Torpè
29.D. O. C. Sovana,
30.D. O. C. Terratico di Bibbona,
31.D. O. C. Terre di Casole,
32.D.O.C. Terre di Pisa,
33.D. O. C .Val d’Arbia,
34.D.O.C. Val d’Arno di sopra
35.D. O. C. Valdichiana Toscana,
36.D. O. C. Val di Cornia,
37.D.O.C. Valdinievole,
38.D. O. C. Vin Santo del Chianti,
39.D. O. C. Vin Santo del Chianti Classico,
40.D.O.C. Vin Santo di Carmignano;
41.D.O.C. Vin Santo di Montepulciano.
Vini a Denominazione d’origine controllata e garantita
1.D. O. C. G. Brunello di Montalcino
2.D. O. C. G. Carmignano,
3.D. O. C. G. Chianti,
4.D.O.C.G. Chianti Classico,
5.D. O. C. G. Elba Aleatico Passito,
6.D. O. C. G Montecucco Sangiovese,
7.D. O. C. G. Morellino di Scansano,
8.D. O. C. G Rosso della Val di Cornia,
9.D. O. C. G Suvereto.
10.D. O. C. G. Vernaccia di San Gimignano,
11.D. O. C. G. Vino Nobile di Montepulciano,
Vini a Indicazione geografica tipica
1.Alta valle della Greve
2.Colli della Toscana Centrale
3.Costa Toscana
4.Montecastelli
5.Toscano o Toscana
6.Val Di Magra
Denominazioni di Origine dei vini
In Europa la produzione e la classificazione dei vini è disciplinata da appositi regolamenti comunitari e dalle relative norme nazionali applicative.
Nel corso degli ultimi anni la legislazione si è aggiornata con l’emanazione della nuova OCM “Vino”: il riferimento principale è il REGOLAMENTO (CE) n. 479/2008 – EUR-Lex relativo all’organizzazione comune del mercato vitivinicolo, che modifica i regolamenti (CE) n. 1493/ 1999, (CE) n. 1782/2003, (CE) n. 1290/2005 e (CE) n. 3/2008 e abroga i regolamenti (CEE) n. 2392/86 e (CE) n. 1493/1999.
Per quanto riguarda le denominazioni di origine protette (DOP) e le indicazioni geografiche protette (IGP), le menzioni tradizionali, dividevano i vini in due grandi categorie: Vini da tavola e Vini di Qualità Prodotti in Regioni Determinate (VQPRD).
L’attuale quadro normativo, in vigore dal 1º agosto 2009, ha sostituito la vecchia normativa introducendo una sostanziale novità.
Ora la distinzione regolamentare è tra Vino a Origine Geografica e Vino senza Origine Geografica.
I primi (DOC, DOCG e IGT) sono quelli che possiedono un legame territoriale e un disciplinare; i secondi non hanno né legame territoriale né disciplinare di produzione (in sostanza, sono quelli precedentemente definiti “vini da tavola”).
Un’altra sostanziale novità è che i controlli, come per tutti gli altri prodotti agroalimentari DOP e IGP, non sono più affidati ai Consorzi di Tutela ma agli Enti di Certificazione accreditati. In pratica, l’ottenimento e mantenimento delle DOCG, DOC e IGT sono a tutti gli effetti certificazione di prodotto obbligatoria (ovviamente per chi vi aderisce, potendo comunque produrre vino generico e quindi svincolarsi dai disciplinari e dalle leggi sui vini a denominazione/indicazione). Chiaramente, anche la regolamentazione per la designazione e l’etichettatura è stata aggiornata (Reg. Ce 607/2009).
Piramide geo-qualitativa dei vini
La suddivisione ufficiale (Reg. Ce n. 1234/2007) distingue (in ordine crescente di specificità):
- Vino (ex “da tavola”);
- Vino Varietale;
- Vino a Indicazione Geografica Protetta IGP;
- Vino a Denominazione di Origine Protetta DOP;
- Vino a Denominazione di Origine Protetta DOP con indicazione della sottozona o della menzione geografica aggiuntiva.
Premesso ciò, di seguito indichiamo le differenze tra Vini da Tavola – IGT – DOC e DOCG
Vini da tavola o vini generici: I vini da tavola sono prodotti senza alcun riferimento geografico.
Non ci sono regole per la varietà di uve utilizzate, le quali possono provenire anche da differenti zone geografiche.
Vini IGT (Indicazione Geografica Tipica): I vini IGT o IGP sono caratterizzati dall’indicazione geografica di provenienza, del vitigno base e dall’annata di vendemmia. La particolarità è che le uve devono essere raccolte per almeno l’85% dalla zona geografica di cui portano il nome.
Oltre a questi elementi, devono essere rispettati alcuni parametri indicati all’interno dei disciplinari:
- Resa massima delle uve per ettaro
- Resa di trasformazione delle uve in vino
- Gradazione alcolometrica minima naturale
- Vitigni di origine permessi
Questo riconoscimento in genere viene assegnato a vini provenienti da aree di produzione generalmente ampie e con disciplinare produttivo poco restrittivo. L’indicazione può essere accompagnata da altre menzioni, come quella del vitigno.
Vini DOC (Denominazione di Origine Controllata): I vini DOC o DOP sono prodotti in una zona geografica ben precisa e devono rispondere a chiare caratteristiche chimiche ed organolettiche, fissate all’interno dei disciplinari. Il disciplinare prevede inoltre le tipologie di vino che è possibile produrre, i quantitativi di uva che si possono ottenere per ogni ettaro, le varietà che è possibile utilizzare, la gradazione alcolometrica naturale minima, il tipo e la durata di un eventuale invecchiamento.
I controlli per questa tipologia di vino sono, come per gli IGT, di tipo chimico ma, in aggiunta a questi, vi è anche l’analisi organolettica.
Il marchio DOC viene attribuito ai vini prodotti in zone delimitate, di solito di piccole e medie dimensioni, con indicazione del loro nome geografico. Di norma il nome del vitigno segue quello della DOC e la disciplina di produzione è piuttosto rigida (Legge 164/92).
Vini DOCG (Denominazione di Origine Controllata e Garantita): Al vertice della piramide troviamo i vini DOCG. Le regole imposte da parte dei disciplinari sono più rigide rispetto ai vini DOC ed in questo caso le fascette che chiudono la capsula termorestringente del vino sono dotate di un codice univoco di contrassegno, rilasciato da parte dello Stato che dà la garanzia dell’origine e della qualità e consente di numerare le bottiglie. Questo riconoscimento è sottoposto a controlli rigidissimi, ed in genere viene attribuito esclusivamente ai vini DOC di particolare pregio qualitativo e di notorietà nazionale e internazionale.